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"Giovani, cultura, società di massa presenta" due testi di Blumer, unici, nel suo lungo ed eterogeneo percorso teorico, a trattare della società di massa. Blumer affronta il tema, collegato ma autonomo rispetto a quello dei movimenti collettivi, in due momenti storici e con riferimenti sociali molto diversi; il primo negli anni Trenta, all'interno delle indagini dei Payne Studies, per cogliere gli effetti, nel quadro dello sviluppo tecnologico e dei nuovi processi comunicativi parte della cultura di massa, delle immagini dei film di gangster sui giovani, evidenziando contemporaneamente il processo di distacco dalla tradizione, modernizzazione e mutamento propri dello sviluppo della società di massa. Il secondo, pubblicato nel corso degli anni Sessanta, in rapporto a suggestioni europee, ma attento all'impetuosa, complessa e conflittuale società di massa statunitense di quegli anni, ne evidenzia i caratteri, tutti legati, nel suo percorso sociale, a una trasformazione continua, policentrica, che mostra così anche la totale insufficienza teorica di ogni ipotesi sistemica e funzionalista.